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A voi cicale, a voi formiche, a tutti, proprio a tutti

favola liberamente tratta dal testo di Esopo sul diritto alla diversità. Una storia per bambini che deve far riflettere anche i grandi.

attore: Cosimo De Palma
regista:  Giorgio Amodeo
drammaturgia: Tiziana Perini
voce:  Roberta Colacino
musiche: Matteo Pittoni

In questi tempi, in cui l'omologazione sembra essere l'unico modo per costruirsi come individuo, ma di massa,  l'adagio della cicala, tutta presa dal canto e della formica, tutta presa dal lavoro pratico, viene superato dalla nuova sintesi teatrale che Cosimo ha ideato e poi Tiziana ha riordinato e trascritto. Così diventa un

Canto della diversità

"Fu chiesto a un gufo di fare ciò che sapeva. Egli gridò e parlò della stella del mattino."

Come il gufo, ogni formica, ogni cicala, ha il diritto d'essere ciò che è profondamente, veramente. In questo modo ciascuno diventa utile, anzi indispensabile. Ma non compie ciò solo per se stesso, lo fa anche con gli altri, per gli altri. Abbiamo bisogno degli altri. Diversità diventa complessità, complementarietà. Insomma, questa del realizzarsi, è una faccenda d'amore: in cui ciascuno dà all'altro ciò che è, ciò che sa. L'attore narra la favola classica, inserendosi nella quotidianità dei due insetti, percorrendo le quattro stagioni. Il finale a sorpresa non è retorica buonista, ma vuole restituire sia alla cicala che alla formica il compito che il Divino ha assegnato loro: alla prima il compito di cantare e di allietare il cuore, alla formica il compito di immagazzinare cibo. Entrambe sono indispensabili!

Lo spettacolo è per bambini, per famiglie, per tutti coloro che non hanno paura di ciò che sono veramente.

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